martedì 21 ottobre 2014

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Il 1^ novembre ho avuto la notizia che ho vinto il primo premio di scultura al concorso
GRAZIE SGARBI - GRAZIE PRINCIPE


IIIEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
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Francesco Zero è orgoglioso di comunicare che il 
Portatore d'Arte, opera in bronzo colata  sull'originale modellato in cera, un emblema per la filosofia di STUDIOZERO è stato selezionato per partecipare alla 
Fiera di Palermo dal 15/18 ott. 2015
Segue la presentazione della Fiera fatta da 
Vittorio Sgarbi




























UN GRANDE EVENTO ARTISTICO A PALAZZO ROSPIGLIOSI DI ZAGAROLO
CURATO DA FRANCESCO ZERO 
PRESIDENTE DI STUDIOZERO ITALIA








































Nel COMPLESSO MONUMENTALE di SANTA CATERINA a FINALE LIGURE/GENOVA  FRANCESCO ZERO ESPONE LE SUE SCULTURE 
insieme ai Maestri Anna Salvati e Paolo Filippi














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ZERO espone le sue sculture definite "volanti" dal pubblico nello splendido complesso monumentale San Giovanni Addolorata a roma






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Caro Museo del Giocattolo......
auguri dal tuo Direttore.
Auguri vivissimi per la "nuova età".
Auguri per i tuoi primi dieci anni, 
vissuti a dispensare nel tempo sogni, gioia e conoscenza.
Auguri  per la tua storia che, narrata da mille e più giocattoli, contribuisce a dar valore alle abitudini degli uomini e alla memoria senza fine... dell'anima.
Auguri per la tua  intramontabile realtà che lungo il film della vita, come un “secondo mon­tag­gio" del vissuto, iso­la det­ta­gli, foca­liz­za momenti e ne  
pla­sma di nuovi più felici nel presente di tutti, nella pos­si­bile muta­zione della memo­ria futura.
Auguri per la tua nobile missione sul controllo dell'infanzia nell'impatto col mondo, per preservare l'ingenuità e il sorriso dalla strada bagnata.
Auguri per lo sguardo originale e profondo  sulla mia biografia, della quale,  ogni giorno e minuto, scrivi  pagine e parole.
Te ne ringrazio, onorato e  felice.

Francesco Zero




























CHi  OFFENDE L'ARTE PAGA







pubblicato mercoledì 11 marzo 2015

Il Presidente della Turchia Erdogan è stato multato per una somma di 10 mila lire turche, circa 3mila e 500 euro, per aver definito "mostruosità” una statua simbolo della pace con l’Armenia.
La somma di denaro sarà corrisposta all’artista Mehmet Aksoy in compensazione per l’offesa pubblica subita alla sua scultura. Il monumento in questione, Statue of Humanity (nella foto), è composto da due figure umane alte 30 metri ed è sito a est della città di Kars. L’opera rappresenta appunto la riconciliazione tra la Turchia e l’Armenia. I rapporti diplomatici fra le due nazioni sono molto tesi a causa del Genocidio Armeno perpetrato sotto l’Impero Ottomano, che i Turchi hanno sempre negato. Questo non ha impedito a Erdogan,  durante la sua carica da Primo Ministro nel 2011, di esprimere la sua opinione sulla scultura quando, visitando il sito, suggerì di rimuoverla. 
Sulla base di queste affermazioni le autorità cittadine decisero di smantellare la statua, cominciando i lavori di demolizione. Erdogan ha ribadito più volte che il suo commento era puramente estetico e che non voleva in nessun modo offendere il popolo armeno.
Ora il Presidente dovrà pagare per questa affermazione, e a stabilirlo è una corte di Istanbul dopo che Aksoy l’ha citato in giudizio per l’insulto subito. L’artista ha dichiarato che con i soldi ottenuti per danno morale, grazie alla decisione favorevole dei giudici, festeggerà un gran Nevruz Day, la celebrazione del nuovo anno persiano.
Anche se la cifra dovuta da Erdogan potrebbe sembrare modesta, crea senz’altro un buon precedente ricordando a tutti che la politica non dovrebbe mai interferire con l’arte e con la libertà d’espressione. 
(Giulia Testa)
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I PREZZI DEL MERCATO DELL’ARTE SONO

per le cifre astronomiche pagate per i suoi lavori, definisce il mercato dell’arte "assolutamente eccessivo”



pubblicato martedì 10 marzo 2015

Gerhard Richter, pittore tedesco di fama mondiale, ha confessato al giornale Die Zeit il suo stupore per le cifre astronomiche pagate per i suoi lavori, definendo il mercato dell’arte "assolutamente eccessivo” e aggiungendo anche che i prezzi raramente riflettono in valore reale dell’opera. Il pittore ha raccontato di essere rimasto esterrefatto quando una recente asta di Sotheby’s ha battuto il suo Abstraktes Bild del 1986 per un ammontare di 41 milioni di euro. L’artista ha precisato che benché si tratti di una buona notizia per il suo lavoro, il fatto resta comunque scioccante.
Richter inoltre è sicuro che il mercato prima o poi rivedrà questi prezzi e tutti coloro che hanno acquistato le sue opere per cifre astronomiche subiranno una perdita inevitabile. Non ha tutti i torti se si considera che Abstraktes Bild è stato venduto per una cifra 5 mila volte maggiore rispetto al suo ultimo prezzo di vendita. L’artista ha inoltre sottolineato che il guadagno in questi casi va quasi totalmente ai venditori, agli artisti resterebbe solo una piccola fetta della torta. Richter torna indietro di 30 anni, al momento in cui stava vendendoAbstraktes Bild a un collezionista per meno di 8mila euro.
Secondo il pittore inoltre nessuno ormai è realmente interessato alla sua arte, i compratori sono proiettati solo al lato economico, vedendo nelle sue opere nient’altro che un investimento. Il pittore ottantenne ha aggiunto che non può in nessun modo influenzare l’andamento dei prezzi dei suoi lavori, ma racconta di averci provato vendendo 100 piccoli dipinti a prezzi bassissimi. Il mercato però ha avuto comunque la meglio: le opere sono andate a ruba per finire immediatamente in vendita all’asta. «Non puoi sfuggire al mercato», ha dichiarato l’artista. E pensare che qualcuno ucciderebbe per averlo, un po' di mercato.(Giulia Testa)


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LA MOSTRA DI ENRICO BENAGLIA E FRANCESCO ZERO
LA MEDUSA DI MARINO
E LA MATERIA CHE SI FA ARTE 

Di Augusto Benemeglio





1.La Medusa di Marino
“Materia d’artista”, pastelli e bronzo di Enrico Benaglia e Francesco Zero, non è stata la solita  mostra  di metà gennaio, tra grigi silenzi di neve e svanite epifanie, ma un vero e proprio evento, un’acrobazia  impossibile tra il nuovo e l’antico, tra la carta, il bronzo e il marmo,  tra specchi verticali e frammenti di  delfino, cercatori di stelle e grifoni alati, tra  portatori d’arte e pesci assetati, tra movimento  e la staticità di una Medusa, simbolo della pietrificazione. E’  la  Medusa che si trova nel  Museo Civico Archeologico “Umberto Mastroianni”  di Marino,  un volto di marmo bianco di grana grossa, ignoto e misterioso, che forse somiglia più ad una Minerva funeraria;  una testa sfregiata  e  mutilata  dagli insulti del tempo e dell’incuria, che ha visto scorrere,  tra le sue pupille cieche, secoli di abominazioni, spade, specchi accecati e sangue; è un volto che in nulla somiglia alla raffinata e barocca Medusa berniniana che sta al Louvre, metafora dello scultore che ha il potere di lasciare "impietrito" dallo stupore chi ammira la straordinaria abilità del suo scalpello.  E tuttavia questa maceria antica, venendo a contatto con la nuova materia d’arte, si è come deformata, dilatata a dismisura, gonfiandosi di qua, accartocciandosi di là, diventando volto picassiano, maschera grottesca, grido di libertà, onda di mare, spettacolare collezione di frammenti e di meraviglie  colorate, gesti contorti e brividi disperati, passi di danza, labbra come ali di farfalla, insieme ai detriti, rovine, monumenti, il tutto a crogiolare nel fuoco rovente  di un’esplosione  che annuncia un nuovo mondo .









2. Un’esplosione silenziosa.
Vi è stata in questa mostra, curata dall’eccellente critico d’arte Serena Borghesani,  come un’esplosione silenziosa, un’illuminazione,  un viatico, un presagio, una via d’entrata nella storia per il viaggio dell’arte attraverso le radici dell’uomo . Ma  molti di noi,  tarati sul disincanto,  (cinismo, furbizia  e  opportunismo  che rosicchiano tutto) totalmente immersi nel kitsch consumistico,  non se ne sono accorti. Ed è un  vero peccato, perché quel che vedi ti entra dentro e ti tira fuori quella parte di te  che conta davvero, ti perdi il lato epico della verità, come diceva Benjamin, o il senso di ribellione e compassione che sono sponde dell’anima che, soprattutto i giovani, dovrebbero coltivare e praticare.  L’arte  è un tramite, un passaggio, una fibra della vita dell’universo che si riconosce e si specchia nella sua materia, ma è anche una testimonianza che talora si fa profezia. Più che i politici e gli economisti, ascoltate  gli artisti, sono loro che descrivono la realtà e la trasfigurano, consigliava un re illuminato.  E’, in effetti, una galassia di input che ti arriva addosso, senti l’onda d’urto che ti  fa vibrare, e ti ritrovi d’incanto,  come gli antichi innamorati, vicino al cuore delle cose – Ricuperi la tua memoria antica d’ arpe,  flauti  e violini scordati, le figure danzanti,  gli acrobati  e i mangiafuoco  de “La Strada” felliniana,  clowns, tamburi e  bruciatori di stelle, maschere, pupazzi e marionette  di carta, cavalli e angeli di bronzo, e devi dire grazie a loro, Zero e Benaglia, che hanno scelto questa location non a caso, consegnandosi, - coscientemente o meno - al giudizio della  storia dell’eternità insieme alla Medusa di Marino e agli altri reperti, ruderi e frammenti del Museo, il corpo di un satiro, l’affresco di un  santo  felice, il volto enigmatico di una  Venere Pudica, e  quel niente che rimane di due grifi alati e un delfino di marmo bianco, onde marine  e tanti  sguardi seppelliti di ignoti scalpellini, memorie di memorie, sentieri  immemorabili,  una sorta di bricolage dell’anima che si forma dietro il vetro di uno specchio di cristallo.



3. Dietro lo specchio
Ma chi c’è dietro quei vetri, quegli specchi che straziano il silenzio e irraggiano nel vuoto lo stupore d’una Medusa  misconosciuta,  simbolo di un museo che sorge dalle ceneri di un’antica chiesa gotica?  Chi c’è dietro i clown, gli acrobati, le danze colorate di carta  musicale riciclata che diventano fiabe e incanti? Chi c’è dietro il bronzo sonoro di piccole statuine non levigate, appena sfornate dal fuoco, da quella caldaia di umanità fumante che ha dimenticato rapidamente la sua cera  a vergine d’api (“solo con quella cera riesco a cogliere l’attimo fuggente”, dice Zero ), e non sente più la sua carne rosa?   I due maestri  ci aprono le porte e c’introducono nel territorio dell’allegoria, della metamorfosi,  dei simboli, dell’indicibile, per cercare questo,  o trovare quello, e poi magari si trovano altre cose, si trova noi stessi nei pastelli  di Benaglia, “farfalle che profumano di libertà”, polveri colorate, impasti alchemici  e femminei ( “bisogna dare il pastello sulla carta, come una donna si incipria”, diceva Marc Chagall),  e nei bronzi  di Zero, piccole statue intense e vive, metafore di movimento e  libertà, dramma e passione, bilancia instabile di corpi intrecciati nel vuoto, energia allo stato puro,  materia inerte che si reinventa e si fa metamorfosi dell’arte.
4. La spina dorsale di un dinosauro
Eccole, le dieci piccole sculture di bronzo che , viste dall’alto, assumono la sembianza di una spina dorsale di un antico dinosauro ( di stampo vagamente giacomettiano),  una serie irrelata che crea uno scenario, un  teatro di gesti, di situazioni  e di eventi dentro un delirio circolare  di movimento, una ricerca di libertà, di eternità, - come scrive Serena Borghesani, curatrice di questa mostra “unica nel suo genere”, in cui si fondono reperti museali, scultura e pittura, artigianato. Forse  i cavalli, le danzatrici, i clowns, le marionette  quando fa buio, scendono dai loro piedistalli, o dai quadri e   si confrontano, si parlano  tra loro e con quelle statue ancora indecifrabili degli  ignoti scalpellini e incisori  marinesi  di duemila  e più anni fa, che lasciarono la loro eredità funeraria nell’antica  città del granito dormiente  e della passione della brace pietosa. Qui visse Gaio Mario nella sua grande villa, e la poetessa Vittoria Colonna, qui nacque il grande scienziato Domenico Leone Pacini, pioniere  dello studio dei “raggi cosmici”, teorico della “radiazione penetrante”, premio Nobel per la fisica,  qui  vennero  spesso a cantare Petrolini , con la sua voce lunare, e  Claudio Villa, tenorino di  Trastevere. Oggi, tra le diverse  bande, c’è  la  “Volemose bene”, coi martelli, i tamburi, i botti, la tromba e i flauti che suona e canta quelle canzoni  di sempre, la gita a li castelli, la sagra dell’uva ,  tanto pe’ cantà.

Benaglia, Borghesani, Zero 


5. Benaglia- Senecio
Benaglia  è pittore, scenografo, incisore,  accanito inseguitore di sogni e di città dei balocchi, sospeso tra Pinocchio e Rimbaud, tra Walt Disney e le piatte zonature cromatiche di Leger,  tra Gozzano e Charlie Brown, tra le marionette de il balletto plastico di Depero e il canto dell’usignolo di Stravinskij,  uno  “che sa cogliere l’attimo, l’immediatezza, l’idea che ferma il tempo” , come scrive Serena nel depliant della mostra.  E’ un artista che si è formato alla scuola romana dei Fazzini, Purificato, Gentilini, Omiccioli, che oggi hanno tutti una via o una piazza a loro dedicata  nelle parti di Acilia.  Enrico mi ricorda, di getto, il Senecio di Klee, un volto a metà tra l’essere umano adulto e l’infante, tra il fiore (Senecio) e il filosofo  romano Seneca. E c’è, in alcune delle sue opere, quell’aspetto tra l’incantato e  l’ ironico, una sorta di spensieratezza tipica dei bambini.    Ma forse il pittore che più gli si apparenta - religione a parte -  è Marc Chagall, con il suo mondo di fiaba, il mito che fa da succo e da substrato alla storia. Anche  per lui tutto diventa circo: si cammina sugli alberi con l’uomo che brucia le stelle, e le medesime stelle le puoi trovare come pacco dono sulla porta di casa, serrate in una molletta per i panni; e poi il tenerissimo pesce assetato che va a bere alla fontanella romana ( anche tra gli animalisti non c’è nessuno che abbia pietà per i pesci),  o la ragazza dai capelli frastagliati che vola sulla ringhiera delle scale. L’uomo ritrova la sua libertà, il peso che lo piegava è sparito, egli cammina leggero e non tocca terra. Non svegliate il pittore!, diceva Breton.  Sogna, e il suo sogno è sacro. Segreto. Avrà sognato la sua pittura e la sua vita. La sua notte  è il mondo, in cui porta la sua luce. “ La mia felicità è quando riesco ad esprimere  tutto quello che ho dentro attraverso l’opera. Ogni vero artista  si sente al centro del mondo”.  Egli riesce a cambiare il mondo con la sola forza della sua arte; talvolta il genio è solo un colpo di tosse, uno starnazzare d’ali al momento giusto,  o un escremento d’artista . ” Importante è correre”, dice non senza ironia. C’è in lui, vivo, sedimentato, il sentimento del colore, l’ingenuità, lo stesso candido stupore di chi guarda le cose per la prima volta, con l’occhio e il cuore del fanciullo, l’emozione sincera, ma anche il rigore severo, geometrico, degli spazi, le velature, le prospettive e le architetture interiori;  il delirio del cielo  si apre  come attraverso una specie di chiusura  lampo  e ti  “cade come una sciarpa celeste obliqua sulla spalla”, che è poi magari quella dell’amico  Zero, o del catalano Mirò surrealista pieno di stelle filanti e code d’aquiloni, creatore di un universo immaginifico che è in ognuno di noi, nel proprio paesaggio interiore.
6. Il berretto di Francesco Zero
Francesco lo conosco ormai da molti anni, sia  come artista  che   come uomo e  amico di lungo sodalizio, roba da caffè Pascià, amene barzellette, battute ironiche, o di avventurose navigazioni  nel mare magnum della cultura e dell’arte; ricordo l’Aris e il fil rouge Rome-Paris, gli incontri con i pittori parigini nel chiostro di Ostia, le attese al Municipio per progetti a cui, in realtà, per nulla erano interessati i politici di turno, tutti, o quasi, dotati  più di panza che di ideologia  e sensibilità artistica.   Francesco lo ricordo da sempre con l’eterno berretto da coach americano, e senza cravatta, anche nelle occasioni solenni ( forse le odia per via di un sogno di mezza estate tutto shostakoviciano).  E’ un uomo ricco di spirito, disponibile,  dotato di dialettica, versatilità, intelligenza, ironia finissima, sa riconoscere  il calice delle vocali e delle consonanti lievi o incendiarie. Persona dolcissima, squisita, dal tocco lieve, con cui ci siamo sempre molto divertiti un po’ a sfotterci amabilmente, ma come artista  egli  sente l’addensarsi della storia, ha piena coscienza di sé, della ricerca costante della verità.  In realtà egli vede gli uomini come marionette che preludono al dramma, allo sfacelo inevitabile, alla impossibilità   della liberazione da loro stessi, dalla pesantezza dell’essere. 

L’ estetica e la poetica della danza,  del volo, della liberazione  dal peso di gravità  rimane un’ utopia, un sogno delle sue preziose statuine, come quell’opera – scrive Ennio Calabria – che rappresenta una sorta di angelo con una sola ala, commovente nello spasimo di un impossibile volo. Ormai Francesco ha deciso da tempo (genialmente ) di spendere la sua seconda vita nella scultura,  farsi cantore, aedo della materia, con sprazzi che vanno da Giacometti a Rodin , da Scipione a  Schiele, da Klimt a  Kokowska, con  lampi di tenebra caravaggesca, una narrazione  vagamente romantica, stendhaliana,  ma con musica decisamente bachiana, da organo e canne sonore, con gli spazi che – pur nella loro cristallizzazione - si animano,  hanno forza e grande energia, i cavalli nitriscono, le donne danzano e fanno olè,  il Cristo che porta la Croce dell’Arte rotea,  e tutta la materia maternale è delirio che vortica, si muove, si carezza, o si crocifigge. E’ un’ emozione che trabocca  e scintilla.  Siamo nel versante espressionistico, ma la cattura dell’istante è puro impressionismo. E sul muro junghiano  c’è la propria ombra riflessa; una fiamma alimentata e circondata da cento soffi di leoni, ma anche un’anima smarrita tra le sensazioni d’estasi e le ricadute sulla terra con i fuochi fatui della vita di tutti i giorni  dove i sensi si aprono come in una notte magnetica ( “Tu ridi – nuda – nei giardini della fiamma”) .. 
7. L’arte è senza futuro?.
Ormai non contano nulla i critici d’arte, i professori delle Università, le Accademie, i galleristi, gli appassionati di turno ( quorum ego) . Chi determina il mercato  e quindi decide se è un’opera d' arte o meno, sono le  Grandi Lobby che detengono il potere del mondo, e quindi anche dell’arte. L’artista è un calzolaio,  un falegname  o un barbiere qualsiasi, nulla di più.  E tuttavia  chiedo a loro se l’arte ha il potere di sospensione, se è di per sé, o rammenta solo le sue origini inconsce delle grotte di Lascaux. Esce o rimane  chiusa in se stessa?  Ci porterà con sé o sarà portata?   Il poeta, lo scultore e il pittore continueranno ad  esistere?  C’è un futuro per l’arte?
Non sembrano  poter dare risposta, ma poi Benaglia interviene   - L’arte è la sapienza dell’ingenuità  e l’ingenuità della sapienza. Il poeta e il pittore ci saranno sempre. - Sul tuo corpo in ombra, io sto come una lampada, dice Zero. L’arte illuminerà sempre gli assoluti e l’eternità.  E’ come quando tu cammini nel buio e io pianto i segni, è l’alba dell’alba, è la forza della semplicità e l’oro del cuore. - E’ uno stato di instabilità permanente, dice Benaglia, e Zero concorda: ha resistito ad Auschwitz, resisterà a tutto. Noi siamo i calzolai che ripariamo le scarpe per camminare in un  luogo che si chiama  “altrove”,  cerchiamo di fare bene qualcosa che forse non esiste, ma crea stupore e meraviglia.
Eccoli i due artisti, dissimili in tutto, ma amici veri, che si stimano, si ammirano reciprocamente, in qualche modo si alleano e si fondono, lavorano ai margini del caos, trafficando ai confini del caos, dove si crea;  puzzano di caos, hanno la camicia  ma anche la mente e la voce spiegazzate;  non smettono la loro corsa verso l’utopia dell’arte, un sentiero che è pieno di insidie, disillusioni, fallimenti e dolori, ma restano dove si cade, si fanno guidare dalle loro voci interiori, cercano l’osso dell’osso della verità con una fede che smuove le montagne, e il loro incontro dura quanto l’eternità. Vicino a loro sembra sorridere, ora,  anche la Medusa di Marino.
Roma, 31.1.2015                               Augusto Benemeglio











Il film sul Vernissage del 10 gennaio  2015 
di Lorenzo Scocco 
per la LoscProduction







https://www.youtube.com/watch?v=j1MEZlZh3WE 





            MATERIA  D'ARTISTA


STUDIOZERO
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STUDIOZERO ti invita a vedere (Link in calce) il film di tre minuti pubblicato su youtube e girato da 'LoscProduction' con due artisti, due amici, due poeti che hanno scelto l'arte per comunicare sensazioni e amore.
Enrico Benaglia e Francesco Zero

STUDIOZERO ha progettato la mostra "MATERIA d'ARTISTA" con il massimo impegno profuso nella qualità, dall'organizzazione al filmato, dagli allestimenti alle luci, dalla comunicazione allo stile.
L'esperienza e la professionalità dei suoi esperti hanno consentito il successo che ci è stato riconosciuto dalla critica e dal pubblico.
Per questo STUDIOZERO ringrazia il responsabile della comunicazione l'editore Gastone Indoni, il responsabile degli allestimenti Luca Caiazza, il tipografo Marcello Vincenzi, il trasportatore World Cargo, il tecnico informatico Marco Sisti e la curatrice dell'esposizione Storico dell'arte Dott.ssa Serena Borghesani.

P.S.   Per informazioni sull'organizzazione di esposizioni in Italia e all'estero in spazi prestigiosi ed istituzionali:
STUDIOZERO ITALIA             3481800776
STUDIOZERO FRANCE   0033 603685420















IL MUSEO UMBERTO MASTROIANNI
presenta
MATERIA  D'ARTISTA
PASTELLI   BRONZO

Mostra a cura di
Serena Borghesani



SABATO 10 GENNAIO 2015 h18
                                   Marino  -  Piazza  Matteotti  13



Pastelli
ENRICO BENAGLIA
testo critico di Serena Borghesani


La porosità della carta esalta la purezza e la
luminescenza del pigmento che, attraverso la
cera o la colla, si unisce ad essa.
Il pastello morbido, di rinascimentale memoria,
si adatta all’estemporaneità, al getto, alla
freschezza che coglie l’attimo,
all’immediatezza, all’idea; caro agli Impressionisti,
magnificato da Boldini e Degas, in un fil
rouge che collega Jean Perréal a Picasso.
In un grande tavolo d’angolo riposano, nei loro
contenitori, i pigmenti finissimi, le polveri
colorate lavorate con mano sapiente; sminuzzati,
pestati nel mortaio, ridotti in grani sottili.
L’artista sfoglia senza timidezza le carte, odorosi
fogli che sanno di buono, di pastelli,
matite, oleosi impasti alchemici che non si
usano più, cancellati da un tempo che va troppo
di fretta. I pastelli di Benaglia ci parlano di disegni,
figure che animano tele ancora non nate, idee
tirate fuori dalla scatola della memoria nella
quale sono riposte con gelosia, le sue emozioni
innate, fortemente vive e amate.
Il segno è elegante ma deciso, equilibrato, delicato
come lo sfarfallio di quelle ali leggere che,
al solo tocco, seppur timido, di dita indagatrici,
ne rendono impossibile il volo; parimenti è la
tecnica usata, leggera ma incisiva, estemporanea
ma durevole.
Lo sputafuoco lancia la fiamma in aria, osa
come Icaro avvicinarsi al firmamento, ma,
mentre il figlio di Dedalo si brucia le ali di cera
e cade giù dal cielo sconfitto, il protagonista
del quadro vince la stella e la arde, il pastello si
fonde e incupisce la tinta sottolineando il
sorprendente colore del fuoco.
 “La stella del mattino” - Pastello, 2012 - cm 70x70
“Il pesce assetato” - Pastello, 2012 - cm 63x75



“Un pastello è come una farfalla.
Profuma di libertà.
Di una bellezza modesta e perciò eterna.
Ed è un’opera vera, completa.
Se consideriamo il segno come un’anima ed il
colore come un corpo, il pastello sa essere
corpo ed anima fusi. Itinerario e meta in una
sintesi immediata e semplice”.
Alida Maria Sessa - Dal Catalogo “I Pastelli” 2013



Inaugurazione mostra
10 Gennaio 2015, ore 18,00
Museo Civico “U. Mastroianni”
P.zza G. Matteotti 13 - Marino
Orario
martedì: 8,30 - 11,30
mercoledì e venerdì:
9-12 15 - 19
sabato: 15 -19
domenica: 10,00 -13,00
10 - 31 Gennaio 2015
MATERIA d’ARTISTA
PASTELLI BROMostra a cura di Serena Borghesani
Assessorato
alla Cultura
Info: 06.9385681
museocivico@comune.marino.rm.it






Bronzo
FRANCESCO ZERO
testo critico di Serena Borghesani
Bronzo…difficile cimentarsi con esso,
sistema complesso di manipolazioni materiche,
fusioni e forti contrasti.
L’impronta personale delle dita viene
impressa nella cera che sarà poi resa
immortale in fonderia, fucina di destini e
incontri mai casuali.
Zero manipola le forme come un novello
Rodin lasciando pesantemente  di sè
una traccia prigioniera della materia stessa; lento
è il processo creativo, lungamente meditato,
verso la scoperta del nudo, originario e
primitivo.
“(…) gli artisti e pensatori sono come gli
strumenti, infinitamente delicati e sonori. E
le vibrazioni che le circostanze di ogni
epoca traggono da loro si prolungano in
tutti gli altri mortali”. (Marco Vallora - Rodin)
La scultura è per Zero l’espressione massima
di creatività, sublimazione del gesto in
sè. Lo slancio delle figure, la loro circolarità
infinitesimale verso l’alto sono la ricerca
dell’eterno, la spasmodica volontà di
distacco dal materiale, da ciò che c’è di
terreno, trattenuto dalla forza gravitazionale;
come Ercole che per vincere Caco lo
innalza, staccandolo dalla madre Gea, dalla
quale trae forza, con un tormentoso abbraccio,
così Zero distacca le sue figure dal
reale per trarne quella stessa forza vitale
negata al gigante mitologico.
La scultura è per Zero l’espressione massima
di creatività, sublimazione del gesto in
sè. Lo slancio delle figure, la loro circolarità
infinitesimale verso l’alto sono la ricerca
dell’eterno, la spasmodica volontà di
distacco dal materiale, da ciò che c’è di
terreno, trattenuto dalla forza gravitazionale;
come Ercole che per vincere Caco lo
innalza, staccandolo dalla madre Gea, dalla
quale trae forza, con un tormentoso abbraccio,
così Zero distacca le sue figure dal

reale per trarne quella stessa forza vitale
negata al gigante mitologico.






Quello sfrenato desiderio di uscire dalla creta e dal gesso di cui
scrive Augusto Benemeglio a proposito di Zero ”spaesa” la
consapevolezza, ma “appaesa” l’inconscio nella finalità del
tripudio dei sentimenti condivisi.
Il “due” si semplifica nell’illusione dell’uno.
Ma tra queste recenti opere di Francesco ce n’è una che credo
riassuma le corde più creative della verità poetica di cui è
capace Zero nell’incontro con l’incognita del proprio profondo.
Mi riferisco a quell’opera che rappresenta una sorta di
angelo con una sola ala, commovente nello spasimo di un
impossibile volo.
Ennio Calabria


ESPOSIZIONE
Un’unica installazione composita la cui anima è realizzata
da 10 sculture singole accostate come le vertebre
della spina dorsale di un dinosauro esposto in un
museo paleontologico.
Un cono di luce proiettato dall’alto ridona singolarità ai
pezzi esposti come l’occhio di bue a teatro identica i
singoli attori presenti sulla scena.
“Il sogno di Lei” - Bronzo, 2010
“Il trofeo” - Bronzo,2011
Mostra a cura di Serena Borghesani

10 - 31 Gennaio 2015














FRANCESCO  ZERO                                  ENRICO  BENAGLIA                                             






                                                                          

                                                                        

     Amazzone                                       La raccolta delle olive                                    




        





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ANCORA UNA VOLTA PRINCIPI E PRINCIPESSE SONO INTERVENUTI AL VEGLIONE 
DI  PALAZZO ROSPIGLIOSI










DALLA PROVA COSTUME ALLA SFILATA CON GLI ABITI CINQUECENTESCHI







86 ospiti si sono divertiti e hanno cenato su tavoli imperiali di 2 metri per 2, di colore rosso fuoco, nella notte di capodanno a Zagarolo nel Palazzo Rospigliosi.
Un menu di livello con prodotti locali come le Sarze fine e il Tordo Matto hanno allietato un pranzo da favola.
Costumi  del cinquecento dai colori fiammeggianti e gli ori splendenti hanno donato alle signore un ricordo indelebile per la prima notte dell'anno.
A ciascuno degli ospiti va in dono un augurio per il nuovo anno gia' cominciato all'insegna della ricchezza di un tempo, dei giochi di allora e della spensieratezza che quelle mura  ancora ispirano.






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CAPODANNO  2015
PALAZZO ROSPIGLIOSI




Una delle sale dove si festeggerà l'arrivo del nuovo anno




  ARTE  E VEGLIONE 2015


      a Palazzo Rospigliosi



L'ISTITUZIONE PALAZZO ROSPIGLIOSI

NELLA  NOTTE  DI SAN SILVESTRO

PRESENTA




MOSTRA D'ARTE CONTEMPORANEA


con le opere degli artisti


JJ Venturini, Christine Thery Demore,

Franco Campana, Angelo Di Tommaso 







JJ Venturini





Christine Thery Demore




Franco Campana








Angelo Di Tommaso







 MOSTRA DI ARTE ETNICA AFRICANA,




arte BAGA' , Guinea occidentale
Sculture lignee raccolte da M.Bagarani


CENONE CON COMPOSIZIONI D'AUTORE







MERCOLEDI'  31 DICEMBRE ORE  20.00


PALAZZO ROSPIGLIOSI    
 ZAGAROLO  (ROMA)       






ARTE E VEGLIONE ROSPIGLIOSI  2015

Palazzo Rospigliosi di Zagarolo si trova a pochi chilometri  dalla capitale. Nel 1600 è stato un centro di potere per la grande famiglia dei Colonna, oggi è riferimento e forte attrattiva turistica dell'antica cittadina di Zagarolo. Da poco restaurato, il Palazzo ospita il Museo del Giocattolo tra i più grandi d'Europa. E' un centro culturale che dà spazio ad artisti di arti visive, musicisti e letterati, come anche a turisti in visita che trovano ulteriore accoglienza nei numerosi e  convenzionati B&B che lo circondano.
 Una scala principesca, che conduceva  alle stanze familiari, oggi conduce al Museo con i suoi  mille giocattoli antichi che spesso sono pezzi unici in tutto il panorama europeo.
Non mancano ovviamente leggende legate a fantasmi e a storie misteriose e violente che si sono consumate nelle sue stanze durante i secoli.
La serata di festa si svolgerà nelle suggestive sale del piano terra tra la Sala delle Bandiere e la Sala del Caminetto, tra la Sala delle Virtù e la sala delle Quattro Stagioni.

Programma  del Capodanno 2014/2015 a Palazzo Rospigliosi, P.zza Indipendenza 6:
Il programma è incentrato su diversi momenti che cominciano con la ricca Cena del Veglione, sulla buona musica e sugli effetti speciali degli abiti cinquecenteschi che l'organizzazione fornirà a tutti gli ospiti che ne faranno richiesta.
L'ingresso ha diverse formule:
-  quella principale, ore 20.30,  prevede un ingresso a 75 euro che da diritto a ogni iniziativa della serata ( dalla cena serviti al tavolo imperiale alla visita del  palazzo a lume di candela, dalle sorprese divertenti al costume del cinquecento. Infine la partecipazione alla sfilata del Veglione) 
-  coloro che vogliono entrare dopo cena, potranno farlo dalle 23.30 al prezzo di 25 euro con una consumazione compresa e spumante a mezzanotte


Per informazioni e prevendite fare riferimento ai telefoni : 3481800776 - 0695769405
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                                         Già 58 gli iscritti al Veglione

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     Gran Menu* del Cenone - Capodanno 2015

Accoglienza a Palazzo  con  Spumante e Crostini al tordo matto



ANTIPASTI


-Crostino ai quattro cereali con lardo e marron glacés

- Ricotta e giuncata al  miele e composte


- Misto di olive e crudité vegetale




I PRIMI

- Tagliolini e Raviolone con provola e radicchio

al ragù di capriolo





I SECONDI 

- Filetto di baccalà in crosta  con  finocchio selvatico

- Le "Sarzefine" di Zagarolo

- Rollé di vitello "mille sapori" con patate al forno

-  verdure in pinzimonio





DESSERT

                                 
     - Gelato al panettone di Dario - Gelateria Greed    

                                                                          
Mezzanotte e dintorni

Brindisi di mezzanotte

- Dolci secchi zagarolesi



 Lenticchie e cotechino


Pane dei forni a legna di Zagarolo


Spumante  Tufaio


Vino bianco e rosso di Zagarolo

€  60,00**


Musica dal vivo

Abiti rinascimentali su richiesta**

Ricchi regali ad estrazione




* a richiesta menu vegetariano
** per gli abiti del '500 è previsto un contributo di 15 euro per la tintoria dopo l'uso










    info...... francesco  zero  3481800776






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Le signore presenti sfileranno in abito del cinquecento



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                          Premio 
Il Giocattolo 
IV Edizione                                                                                          



Zagarolo                  22/30 novembre 2014

Premiazione IV edizione del Concorso Internazionale d'Arte a Tema Il Giocattolo.
Nel Palazzo Rospigliosi di Zagarolo,  il giorno sabato 22 novembre alle ore 18.00,
saranno premiati dal grande artista Ennio Calabria, i seguenti vincitori della quarta edizione del Concorso a tema Il Giocattolo, con una esposizione a loro dedicata.

Dino Cucinelli, vincitore Assoluto,
Enrica Capone vincitrice per la sezione scultura

e i secondi classificati ex aequo

Cinzia Li Volsi,  Solveig Cogliani,
 Dario Falasca,  Claudio Greco,
Diego Baldoin,  Elvi  Ratti,
 Andrea Tudini ,   Paola Valenzano

La mostra resterà aperta fino al giorno 30 novembre 2014 e si potrà visitare durante l'orario di apertura del Museo del Giocattolo.


L'immenso bagaglio di tradizione e cultura che circonda il Palazzo , insieme a tutto il programma che l'Istituzione Palazzo Rospigliosi ha messo a punto per gli anni 2014 e 15 , ci sospinge verso un futuro pieno di responsabilità  nei confronti dei giovani e dei nostri cittadini.
Sappiamo di essere sulla strada giusta per affidare alle iniziative d'arte come quella de Il Giocattolo il messaggio di continuità nel nome di un simbolo della cittadina che è rappresentato dalle stesse bianche mura di Palazzo Rospigliosi.
Sede del Museo del Giocattolo fin dal 2005, fortemente voluto dalla gestione del Comune di allora oggi è costretto a battersi strenuamente per resistere alla dura pragmaticità dei nostri tempi.
Per più di 500 anni il Palazzo ha affiancato i suoi cittadini nelle tempeste delle guerre e del tempo senza mai rinunciare a portare rifugio e protezione a tutti, ma neanche a infondere quel senso di appartenenza che è fonte di ricchezza dello spirito e della capacità di fare di una intera comunità.

UFFICIO STAMPA
MUSEO DEL GIOCATTOLO
Direttore 
Francesco Zero